Asteroidi attivi
di Michele T. Mazzucato
Tra i vari oggetti celesti che popolano il Sistema Solare troviamo quei piccoli corpi, cosiddetti minori, che sono gli asteroidi e le comete. Due famiglie di oggetti diverse per composizione e origine.
In tempi relativamente recenti si è scoperto che nella famiglia asteroidale, principalmente confinata tra le orbite di Marte e Giove ma non solo, degli asteroidi presentano caratteristiche fisiche cometarie, quali chiome, code o altri fenomeni, che evidenziano visivamente e chiaramente una perdita di massa.


Inizialmente questi oggetti furono designati, nel 2006, come comete della fascia principale (Main Belt Comets, MBC) dagli astronomi David Clifford Jewitt e Henry H. Hsieh ma oggi, tuttavia, si tende a denominarli più genericamente asteroidi attivi ricomprendendo anche quelli oltre la suddetta fascia.
Il primo asteroide attivo scoperto, prototipo di questa recente classe di oggetti, è 7968 Elst-Pizarro scoperto il 24 luglio 1979 da Michael R.S. Hawkins, Robert H. McNaught e Schelte John Bus (designazione 1979 OW7) e riscoperto, con presenza di una coda, il 14 luglio 1996 da Eric Walter Elst e Guido Pizarro (designazione 1996 N2) da cui gli è stata data la designazione di cometa 133P/Elst-Pizarro. Mentre 288P è il primo asteroide binario attivo e 95P/Chiron è il primo centauro (corpi che hanno un’orbita compresa tra quella di Giove e Nettuno) a presentare attività cometaria. Ad oggi di questi particolari oggetti attivi se ne conoscono, in generale, circa una sessantina.

L’attività, in tali corpi, si presenta saltuaria ma anche ricorrente specialmente quando la loro orbita è vicino al perielio. Sublimazione di materiale volatile sulla loro superficie (esempio in 133P/Elst-Pizarro), esposizione alla radiazione solare di ghiaccio a seguito di antichi impatti con altri corpi minori (esempio in 596 Scheila), levitazione di polvere per gradienti di carica elettrostatica causati dall’illuminazione solare, deflagrazione rotazionale a causa della rapida rotazione e conseguente perdita di massa in modo centri-peto (esempio in 311P/2013 P5), effetti termici (esempio in 3200 Phaethon) e pressione delle radiazione che spazza via le particelle libere dalla superficie suggeriscono la diversa origine delle loro insolite chiome o code.

Sul portale web Zooniverse di citizen science è attivo, dal 31 agosto 2021, il progetto Active Asteroids il cui ideatore nonché Principal Investigator è Colin Orion Chandler del Dipartimento di Astronomia e Scienze Planetarie della Northern Arizona University beneficiario di un finanziamento triennale del National Science Foundation Graduate Research Fellowship Program GRFP e della NASA.
Scopo del progetto è quello di aumentare il numero di questi rari asteroidi attivi (si stima che circa 1 su 10000 lo sia) oggi noti in numero esiguo (circa una sessantina) per poterne comprendere la loro ambiguità e poter contribuire a trovare risposte a domande irrisolte come, per esempio, quanta acqua sia giunta sul pianeta Terra e da quale origine. I volontari saranno coinvolti nell’analisi di oltre 10 milioni di immagini di asteroidi provenienti dal Dark Energy Camera DECam montata sul telescopio Blanco di 4 metri presso l’Osservatorio Internazionale Cerro Tololo in Cile.

Per maggiori approfondimenti:
Hsieh, H.H. – Jewitt, D.C. A Population of Comets in the Main Asteroid Belt (2006)
http://www2.ess.ucla.edu/~jewitt/papers/2006/HJ06.pdf
Jewitt, D.C. The Active Asteroids (2012)
http://www2.ess.ucla.edu/~jewitt/papers/2012/J12.pdf
Jewitt, D. – Hsieh, H.H. – Agarwal, J The Active Asteroids (2015)
http://www2.ess.ucla.edu/~jewitt/papers/2015/JHA15.pdf
Sito del progetto Active Asteroids: https://www.zooniverse.org/projects/orionnau/active-asteroids